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cinema | film | RZA | b-movie | b-movies | wuxiapian | robert rodriguez | quentin tarantino | lucy liu | russell crowe | dave bautista |
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L'uomo con i pugni di ferro - Il b-movie non è per tutti
Di Matteo @ 12/05/2013 - in Recensioni - Commenti (0)
Uno dei pregi dell’opera omnia di Quentin Tarantino è l’aver riportato all’attenzione di pubblico e critica il fenomeno dei b-movies e del cinema di genere, permettendo di riscoprire perle rare e un ormai perduto gusto artigianale per il cinema.
Al contempo, però, questa riscoperta ha ingenerato l’equivoco che, per girare un film divertente, celebrativo e citazionista (à la Tarantino, insomma), basti esagerare nei toni e nello stile.
Ma la serie b non è per tutti. Rodriguez, ad esempio, sa come rielaborarne i canoni. Ancor meglio, inutile dirlo, fa proprio Tarantino con la sua personalissima, inimitabile visione.
La stessa operazione non riesce però al suo amico RZA. L’uomo con i pugni di ferro è infatti un lungometraggio denso di omaggi e riferimenti al wuxiapian che si risolve in una trama dallo scarso appeal, popolata da personaggi poco interessanti.
Non bastano alcune trovate bizzarre e qualche combattimento ben coreografato a risollevare le sorti di un film mai davvero divertente, complice anche una regia confusionaria e un protagonista (lo stesso RZA) di ben poco carisma.
Il rapper americano, all’esordio dietro la macchina da presa, viene brutalmente travolto dai topoi di un genere che sicuramente ama, e che però non è ancora in grado di maneggiare. La colpa non è degli ingombranti pugni di ferro, ma di un approccio immaturo capace solo di fabbricare immagini raramente suggestive, quasi sempre senz’anima.
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